Pupi e Fresedde

il periodo 1976 - 1980


LA COMPAGNIA DI MUSICA E TEATRO POPOLARE PUPI E FRESEDDE

Nella primavera del 1976, il toscano Angelo Savelli, appassionato di teatro popolare, proveniente dal "Granteatro" di Carlo Cecchi, e Pino de Vittorio, giovane cantante pugliese passato poi con Roberto De Simone, decidono di fondare a Firenze la “compagnia di musica e teatro popolare Pupi e Fresedde”, coinvolgendo un gruppetto di giovani e talentuosi artisti d’origine meridionale. Successivamente Angelo Savelli, nei più di trent’anni d’attività della compagnia, ne rappresenterà la continuità e l’identità artistica, scrivendo e dirigendo la grande maggioranza degli spettacoli del gruppo.

Il battesimo del gruppo avviene nel marzo 1977 con lo spettacolo “La terra del rimorso”, ospitato da Andres Neumann all’interno della prestigiosa programmazione del Teatro Rondò di Bacco in Palazzo Pitti, ed è immediatamente accompagnato da una serie d’inviti internazionali (tra cui quello alla Chapelle de la Sorbonne di Parigi) e da una lunga permanenza negli Stati Uniti, dove produce insieme al Bread and Puppet "La ballata dei 14 giorni di Masaniello" di Peter Schumann.

Questo primo periodo della storia della compagnia, che culmina nel 1980 con un’importante produzione per la Biennale Teatro di Venezia, diretta da Maurizio Scaparro, è caratterizzato da spettacoli che coniugano folklore meridionale ed antropologia, mondo popolare e psicoanalisi. La musica dal vivo, il canto, la danza, il dialetto, il rapporto con la cultura meridionale sono gl’ingredienti privilegiati della poetica del gruppo. Inoltre dal 1979, grazie all’impegno organizzativo di Tommaso Paolucci e alla partecipazione dell'attore bresciano Antonio Piovanelli, la compagnia allarga il proprio campo d'interesse affrontando esperienze recitative non necessariamente collegate alla cultura meridionale, come "Canto della terra sospesa" da Ruzante e "Affabulazione" di Pier Paolo Pasolini.

Senza una fissa dimora, la compagnia si esibisce in vari spazi della città di Firenze, tra cui il cortile di Palazzo Strozzi, i chiostri di Santa Croce ed i bastioni di Forte Belvedere.

Intanto, già dai suoi primi anni d’attività, la compagnia instaura alcune fondamentali collaborazioni artistiche destinate a segnare con la loro inconfondibile cifra stilistica molti dei più importanti spettacoli della sua lunga storia. E’ il caso di quella con il musicista Nicola Piovani, a cui dal 1989 si aggiungerà quella con il musicista francese Jean Pierre Neel; o quella con il pittore e scenografo Tobia Ercolino che siglerà tutti gli spettacoli del gruppo fino al 1994, quando passerà il testimone a Mirco Rocchi.

il periodo 1980 – 1986


LA COOPERATIVA PUPI E FRESEDDE

Nel 1980 la compagnia si trasforma in cooperativa, con sede presso il piccolo teatro di Settignano sulle colline fiorentine, e acquista una decisa spinta propulsiva sul piano gestionale grazie all’arrivo di Giancarlo Mordini, che poi, nel 2000, ne diventerà anche il direttore artistico. Sul piano stilistico, l’arrivo dell’attore napoletano Gigio Morra consente ad Angelo Savelli di sviluppare nelle proprie creazioni il modello comico/musicale dell’Opera Buffa napoletana. E’ così che viene realizzato il più fortunato spettacolo di Pupi e Fresedde: "Il convitato di pietra ovvero Don Giovanni e il suo servo Pulcinella", prodotto dal Festival Inteatro di Polverigi e rappresentato con enorme successo per più di trecento repliche in 8 nazioni europee, aggiudicandosi anche il primo premio al Festival Internazionale di Sitges in Spagna. Nel 1984 la Casa Usher ne pubblica il testo accompagnandolo con alcuni interventi di Giuliano Scabia, Paolo Puppa e Siro Ferrone.

E’ questo il periodo delle grandi avventure internazionali e delle lunghissime tournées, da Salisburgo a Londra, da Amsterdam a Glasgow, da Bruxelles alle Isole Canarie, dal Theatre de l'Est Parisien alla Schauspielhaus di Amburgo. Questo grazie anche al convinto sostegno del direttore dell’O.N.D.A. di Parigi Philippe Tiry.

Così Pupi e Fresedde è tra le pochissime compagnie italiane ad avere l’onore di essere prodotta dal prestigioso Festival di Avignone, per il quale nel 1984 realizza “L’amore delle tre melarance”, appositamente scritto da Vincenzo Cerami. E nel 1986 è il Festival di Madrid a produrre "Plauto in farsa" che resterà in cartellone per tre anni in Spagna, Italia, Francia, Belgio e Austria.

il periodo 1986 – 2003


L’ASSOCIAZIONE PUPI E FRESEDDE – TEATRO DI RIFREDI

Nel 1986 la cooperativa si scioglie e, contemporaneamente, con l’ingresso di Francesco De Biasi nella gestione organizzativa e produttiva e con il trasferimento della sede presso i locali della storica Società di Mutuo Soccorso di Rifredi, nasce il nuovo ente “Pupi e Fresedde – Teatro di Rifredi”, tutt’ora operante.

Inizia così il terzo, più lungo e complesso, periodo della storia del gruppo. La residenza al Teatro di Rifredi spinge la compagnia a consolidare il radicamento su Firenze e, al tempo stesso, a calibrare le proprie produzioni su spettacoli più consoni alle esigenze del panorama teatrale nazionale, trovando approdo in prestigiosi teatri e ottenendo anche nel 1993 il Premio Nazionale della Critica Teatrale per la sua dinamica e originale attività di produzione, promozione ed ospitalità.

Da questo momento l’attività della compagnia si svilupperà lungo tre filoni principali.

NAPOLI E DINTORNI

Nel 1989 Pupi e Fresedde ottiene il patrocinio della Missione per il Bicentenario della Rivoluzione Francese per "Figaro, o le disavventure di un barbiere napoletano", uno spettacolo bilingue italo francese realizzato in collaborazione con la compagnia Theatre de La Carriera di Arles.

Questo spettacolo segna l'inizio della collaborazione con l'attore e “chansonnier” Gennaro Cannavacciuolo, che nel 1990 diventa il protagonista di altri due degli spettacoli principali della storia della compagnia. Il primo, a fianco di Edy Angelillo, è “Carmela e Paolino, varietà sopraffino”, trasposizione italiana di un celebre testo “Ay Carmela” dello spagnolo Josè Sanchis Sinisterra che verrà ripresa per sette stagioni consecutive in Italia e all’estero; il secondo è "Le tre verità di Cesira" del napoletano Manlio Santanelli, che resterà in repertorio per ben 20 anni. Questo spettacolo segna anche l’affermazione a livello nazionale ed internazionale della particolare formula del "teatro d'appartamento", a cui la compagnia si dedica con continuità ed originalità fin dal 1986 a tutt’oggi, portando direttamente negli appartamenti veri e propri spettacoli come “Mamma” di Annibale Ruccello.

Intanto la compagine degli attori napoletani si arricchisce di altri nomi, come Gianni Cannavacciuolo, Antonella Cioli e Lucianna De Falco, e la compagnia può produrre spettacoli comico/musicali particolarmente frizzanti e coinvolgenti come “Cafè champagne” e “Il ritorno del turco in Italia”. Grazie a questo lavoro sulla tradizione del teatro leggero italiano e partenopeo, la compagnia, durante la stagione 1992/93, viene ingaggiata per sei mesi da PippoBaudoper la sua trasmissione "Partita doppia" su RAIUNO, dove realizza una sorta di Storia nazionale a puntate attraverso le canzoni, le macchiette, il varietà dall’Unità d’Italia al festival di Sanremo.

TOSCANATEATRO

La stagione 1993/94 getta le basi per un ampio ed articolato progetto che intende sostenere sia la rivisitazione del grande patrimonio linguistico, teatrale e letterario toscano, che le novità del suo ricco panorama creativo contemporaneo.

Questa nuova avventura artistica di Pupi e Fresedde si apre con il grande successo di "Gian Burrasca, un monello in casa Stoppani" significativamente realizzato in coproduzione con una delle migliori compagnie toscane, l'Arca Azzurra, e prosegue con lo spettacolo “Gallina vecchia” di Augusto Novelli, che rappresenta una svolta importante nella riproposta del teatro vernacolare fiorentino, grazie anche alla straordinaria interpretazione di Marisa Fabbri. Lo spettacolo segna anche l’inizio di una lunga e felice collaborazione con un altro attore toscano dalla forte ed originale personalità come Carlo Monni. Sempre sulla scia di questa valorizzazione di una teatralità fortemente toscana, s’inserisce la collaborazione con altri pungenti e vigorosi interpreti, quali Marco Zannoni e Massimo Grigò.

L’acquisizione di una sede stabile rappresenta per la compagnia l’occasione per aprirsi ad altre realtà fiorentine e toscane. Occorre qui ricordare il sostegno produttivo alle prime creazioni di Barbara Nativi con il suo Laboratorio Nove che culminano nel travolgente successo de "Le cognate" di Michel Tremblay; il pluriennale sostegno all’esordiente duo Aringa Verdurini di Maria Cassi e Leonardo Brizzi; e il debutto registico del giovane Francesco Brandi con l’esilarante “Assemblea condominiale”.

IL TEATRO PER LE GIOVANI GENERAZIONI

Dal 1994 la compagnia avvia per la prima volta un’originale attività per i bambini, inaugurata con il fortunatissimo “Il giornalino di Gian Burrasca” e dedicata alle storie toscane per l’infanzia, da Boccaccio a Collodi.

Parallelamente prendono il via una serie d’innovativi progetti specificatamente pensati, sia sul piano didattico che su quello della comunicazione, per gli studenti delle scuole medie inferiori e superiori (“L’arte della commedia”, “Teatro e Letteratura”, “Teatro ed impegno civile”), i quali in pochi anni raggiungono inusitati livelli di partecipazione e gradimento che spingono la compagnia a pensare a questa attività come ad uno dei pilastri portanti del proprio progetto artistico, costituendo per l’occasione anche un’apposita ed agguerrita “compagnia dei giovani”, dalle cui fila usciranno poi molti esordienti di successo.

dal 2003 al 2014


IL TEATRO STABILE D’INNOVAZIONE

Proprio grazie al qualificato e capillare lavoro per i giovani ed ad un consolidato assetto gestionale, a cui dà un determinante contributo la nuova amministratrice Rita Polverini, nel 2003 la compagnia ottiene dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali la qualifica di Teatro Stabile dInnovazione per lInfanzia la Gioventù. Contemporaneamente la Regione Toscana inserisce la compagnia tra gli Enti di Rilevanza Regionale.

A seguito di questi importanti riconoscimenti, l’attività per le giovani generazioni si amplia e si consolida, sia sul fronte del teatro per i ragazzi - che si arricchisce del nuovo progetto “Il teatro educato” con spettacoli dedicati alle tematiche della tolleranza religiosa, del riciclaggio dei rifiuti, dell’educazione stradale e del risparmio idrico ed energetico - sia sul fronte del teatro per i giovani con il nuovo ed innovativo progetto “Scienza e teatro” che crea grande curiosità e numerosi inviti in molte città italiane.

Ma questa nuova stagione della storia di Pupi e Fresedde è soprattutto contrassegnata da due importanti eventi artistici.

Il primo è l’inizio della collaborazione con la celebre attrice turca Serra Yilmaz, una magnetica affabulatrice poliglotta, amatissima in Italia attraverso i film di Ferzan Ozpetek. Con lei Savelli realizza “L’ultimo harem”, uno spettacolo diventato un vero e proprio cult, che ad oggi può contare otto anni di repliche continuative, con quasi 18.000 spettatori nella sola Firenze. Il successo dello spettacolo inaugura anche una collaborazione stabile con alcune pretigiose istituzioni turche, tra cui il Teatro di Stato di Turchia, che si concretizza in iniziative di produzione sia in Turchia che a Firenze, tese ad una vicendevole conoscenza culturale e teatrale tra i due paesi.

Il secondo evento è l’inizio di una collaborazione stabile con una grande artista d’origini fiorentine: Lucia Poli. Il ritorno artistico nella sua Firenze di questa brillantissima ed intelligente attrice avviene da prima sotto il segno di un mirato spettacolo diretto dal bravo commediografo e regista toscano Ugo Chiti, per poi proseguire con altre produzioni dirette da Angelo Savelli che ne esaltano le capacità istrionesche e l’eleganza dell’interpretazione.

Nel frattempo, all’interno del Teatro Stabile trovano l’occasione di muovere i primi passi, farsi conoscere ed imporsi all’attenzione del mondo teatrale fiorentino e nazionale anche nuovi giovani talenti, inizialmente impegnati come attori o assistenti negli spettacoli di Savelli.

E’ quanto succede a Stefano Massini che, dopo il suo debutto come regista di una pregevole edizione del “Diario di Anna Frank”, inizia un’apprezzata carriera di drammaturgo, specializzato in temi forti e di denuncia, come la pena di morte, con spettacoli che possono contare sulla prestigiosa interpretazione di artisti quali Amanda Sandrelli, Anna Bonaiuto, Massimo Wertmuller e Massimo Bonetti.

ContemporaneamenteAndrea Bruno Savelli, pur proseguendo con continuità il suo impegno come attore all’interno della compagnia, dal 2003 inizia anche a farsi apprezzare come autore di originalissimi testi teatrali per i ragazzi, entrati da subito nel repertorio stabile della compagnia. Successivamente la sua presenza artistica si consolida attraverso alcuni spettacoli di grande impatto popolare in cui si presenta in veste di autore, regista ed interprete a fianco di affermati artisti quali il già citato Carlo Monni e i giovani Marco Cocci e Nicola Pecci.

dal 2015 ad oggi

Mentre una nuova schiera di giovanissimi artisti si sta affacciando all’interno dei molteplici progetti creativi della Compagnia, Pupi e Fresedde a 40 anni dalla sua fondazione si conferma oggi come una delle strutture di produzione più solide e dinamiche di Firenze e della Toscana. Proprio per questo nel 2015 Pupi e Fresedde riceve dal Ministero dei Beni Culturali l'importante qualifica di Centro Nazionale di Produzione Teatrale. Inizia una nuova fase della storia della Compagnia caratterizzata, anche, dall'inizio di una più stretta collaborazione con due importanti artisti di livello nazionale: Antonella Questa e Ciro Masella.